Un metallo, più di altri, rappresenta, da sempre, il bene più prezioso per tutta l’umanità, che viene associato, spesso, a parole come benessere o lusso: l’oro. Esso viene estratto da millenni per diverse finalità. anche se la metà è stata ricavata per produrre gioielli tramandati nel corso dei millenni. Il resto, invece, è appannaggio delle banche centrali, che la conservano nei propri caveaux come riserva aurea.
Ed è proprio quest’ultima funzione quella maggiormente importante dell’oro, che assume la sua rilevante importanza sin dall’alba dei tempi. Basti pensare, ad esempio, che i primi monili e ornamenti in oro risalgono all’età della pietra. Anche se il primo a coniare monete d’oro fu Creso, nel 500 A.C., re di Lidia.
L’evoluzione dell’oro nel corso dei secoli
Molti storici, però, mettono in dubbio che il sovrano fu realmente il primo ad utilizzare l’oro per quello scopo. In base ad alcuni studi, infatti, sarebbero state rinvenute alcune pepite d’oro, coniate dai commercianti greci, risalenti a due secoli prima. Esse venivano utilizzate come mezzo di scambio, la prima forma di moneta di pagamento che prese il posto del baratto. Anche l’imperatore romano Cesare, ad esempio, era solito ricoprire d’oro i propri legionari reduci da una vittoriosa battaglia.
Il primo ad aumentare, significativamente, la produzione di riserve d’oro, mettendone in circolazione un’elevata quantità, fu Nerone. Una decisione, però, che provocò lo scoppio della prima inflazione della storia, a causa del deterioramento del valore del metallo. Vespasiano provò a porre rimedio all’errore commesso dal predecessore, ma la maggior parte dei tentativi fu vana: lo svilimento dell’oro proseguì, imperterrito, anche nei secoli successivi.
Nel ‘300, con la costituzione del “solido”, Costantino introdusse, di fatto, una sorta di antesignano dell’€uro, che divenne la prima moneta d’oro dell’intero Vecchio Continente, pur non raggiungendo l’unificazione completa dello stesso. Impresa, viceversa, che fu compiuta da Carlo Magno, anche se il suo sistema monetario poggiava, essenzialmente, sull’argento, salvo alcune rare monete d’oro.
Col passare degli anni, oltre alle monete furono create le banconote, che in alcuni casi, in quanto prodotte da enti privati, furono nazionalizzate perché presenti in circolazione in misura rilevante rispetto alle monete. A cambiare letteralmente le carte fu, nel 1873, la creazione del sistema aureo: il valore della cartamoneta e delle monete metalliche in circolazione era dato da una quantità fissa di oro.
Nel corso degli anni, l’oro è diventato sempre più prezioso
Nel corso del diciannovesimo secolo, il ruolo dell’oro ha mutato radicalmente il proprio aspetto, acquisendone ulteriormente pregio e valore. Con l’attuale sistema di credito, composto da tassi di cambio fluttuanti tra le diverse nazioni, il valore dell’oro è più che duplicato dal 1973 ad oggi. L’esempio più lampante, in tal senso, arriva direttamente dagli Stati Uniti, fautori dell’attuale sistema di credito: mediamente, il valore dell’oro è cresciuto del 5,5% annuo contro il 4% dell’inflazione.
Dopo una lieve battuta di arresto, l’oro è tornato a crescere significativamente nell’ultimo decennio o poco più. A fare da traino alla ripresa della corsa dell’oro è stata la crisi finanziaria scoppiata all’indomani del fallimento di Lehman, che si è riversata a catena sull’intero sistema finanziario.
Nell’arco di qualche anno, il prezzo dell’oro è schizzato da 600 a 1200 dollari, non solo per via del crollo dei mercati, che non hanno fatto altro che confermare la propria funzione di bene rifugio, ma anche per il mutato atteggiamento delle banche centrali, che hanno ripreso ad acquistare elevate quantità del prezioso metallo.
Tutta una serie di fattori che ha inciso profondamente sul successo di alcuni particolari esercizi commerciali, come, ad esempio, i compro Oro, dove il numero di cittadini che, grazie all’impennata del prezzo dell’oro, hanno venduto i propri gioielli incassando delle discrete somme, si è letteralmente impennato negli ultimi anni.